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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, II, 32
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originale
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32 Verum sint sane ista Democritea vera; quando ea nos extis exquirimus? Aut quando aliquid eius modi ab haruspice inspectis extis audivimus? Ab aqua aut ab igni pericula monent; tum hereditates, tum damna denuntiant; fissum familiare et vitale tractant; caput iecoris ex omni parte diligentissume considerant; si vero id non est inventum, nihil putant accidere potuisse tristius.
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traduzione
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32 Ma ammettiamo pure che quelle asserzioni di Democrito siano vere: quando mai noi investighiamo quelle cose mediante le viscere? o quando abbiamo sentito dire che un presagio di quel genere sia stato annunciato da un ar?spice dopo aver osservato le viscere? Essi ammoniscono su pericoli derivanti dall'acqua o dal fuoco; predicono talvolta delle eredit?, talaltra dei dissesti finanziari; esaminano le fenditure "familiari" e "vitali" delle viscere; osservano da ogni parte con la massima attenzione la "testa" del fegato; se, poi, notano che essa ? mancante, ritengono che nulla possa accadere di pi? nefasto.
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